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E nella casuccia del povero penetrava il malumore
della stradicciuola nera e fangosa. Marito e moglie si
voltavano le spalle ingrugnati, litigavano ogni volta che
la Rossa domandava i danari per la spesa, e se il marito
tornava a casa tardi, o se non c era legna per l inverno, o
se la moglie diventava lenta e pigra per la gravidanza:
musi lunghi, parolacce ed anche busse. Santo agguanta-
va la Nena pei capelli rossi, e lei gli piantava le unghie
sulla faccia; accorrevano i vicini, e la Rossa strillava che
quello scomunicato voleva farla abortire, e non si curava
di mandare un anima al limbo. Poi, quando Nena par-
torì, fecero la pace, e compare Santo andava portando
sulle braccia la bambina, come se avesse fatto una prin-
cipessa, e correva a mostrarla ai parenti e agli amici, dal-
la contentezza. Alla moglie, sinché rimase in letto, le
preparava il brodo, le scopava la casa, le mondava il ri-
so, e le si piantava anche ritto dinanzi, acciò non le man-
casse nulla. Poi si affacciava sulla porta colla bimba in
collo, come una balia; e chi gli domandava, nel passare,
Letteratura italiana Einaudi 75
Giovanni Verga - Novelle Rusticane
rispondeva:  Femmina! compare mio. La disgrazia mi
perseguita sin qui, e mi è nata una femmina. Mia moglie
non sa far altro  .
La Rossa quando si pigliava le busse dal marito, sfo-
gavasi colla cognata, che non faceva nulla per aiutare in
casa; e Lucia rimbeccava che senza aver marito gli erano
toccati i guai dei figliuoli altrui. La suocera, poveretta,
cercava di metter pace in quei litigi, e ripeteva:
 La colpa è mia che non son più buona a nulla. Io vi
mangio il pane a tradimento  .
Ella non era più buona che a sentire tutti quei guai, e
a covarseli dentro di sé: le angustie di Santo, i piagnistei
di sua moglie, il pensiero dell altro figlio lontano, che le
stava fitto in cuore come un chiodo, il malumore di Lu-
cia, la quale non aveva uno straccio di vestito per la fe-
sta, e non vedeva passare un cane sotto la sua finestra.
La domenica, se la chiamavano nel crocchio delle coma-
ri che chiacchieravano all ombra, rispondeva, alzando le
spalle:
 Cosa volete che ci venga a fare! Per far vedere il ve-
stito di seta che non ho? 
Nel crocchio delle vicine ci veniva pure qualche volte
Pino il Tomo, quello delle rane, che non apriva bocca e
stava ad ascoltare colle spalle al muro e le mani in tasca,
sputacchiando di qua e di là. Nessuno sapeva cosa ci
stesse a fare; ma quando s affacciava all uscio comare
Lucia, Pino la guardava di soppiatto, fingendo di voltar-
si per sputacchiare. La sera poi, come gli usci erano tutti
chiusi, s arrischiava sino a cantarle le canzonette dietro
la porta, facendosi il basso da sé  huum! huum! huum!
 Alle volte i giovinastri che tornavano a casa tardi, lo
conoscevano alla voce, e gli rifacevano il verso della ra-
na, per canzonarlo.
Lucia intanto fingeva di darsi da fare per la casa, colla
testa bassa e lontana dal lume, onde non la vedessero in
Letteratura italiana Einaudi 76
Giovanni Verga - Novelle Rusticane
faccia. Ma se la cognata brontolava:  Ora comincia la
musica!  si voltava come una vipera a rimbeccare:
 Anche la musica vi dà noia? Già in questa galera non
ce ne deve essere né per gli occhi né per le orecchie! 
La mamma che vedeva tutto, e ascoltava anch essa,
guardando la figliuola, diceva che a lei invece quella mu-
sica gli metteva allegria dentro. Lucia fingeva di non sa-
per nulla. Però ogni giorno nell ora in cui passava quello
delle rane, non mancava mai di affacciarsi all uscio, col
fuso in mano. Il Tomo appena tornava dal fiume, gira e
rigira pel paese, era sempre in volta per quelle parti, col-
la sua cesta di rane in mano, strillando:  Pesci-cantanti!
pesci-cantanti!  come se i poveretti di quelle straducce
potessero comperare dei pesci-cantanti!
 È devono essere buoni pei malati!  diceva la Lucia
che si struggeva di mettersi a contrattare col Tomo. Ma
la mamma non voleva che spendessero per lei.
Il Tomo, vedendo che Lucia lo guardava di soppiatto,
col mento sul seno, rallentava il passo dinanzi all uscio, e
la domenica si faceva animo ad accostarsi un poco più,
sino a mettersi a sedere sullo scalino del ballatoio accan-
to, colle mani penzoloni fra le cosce; e raccontava nel
crocchio come si facesse a pescare le rane, che ci voleva
una malizia del diavolo. Egli era malizioso peggio di un
asino rosso, Pino il Tomo, e aspettava che le comari se
ne andassero per dire alla gnà Lucia:  È ci vuol la piog-
gia pei seminati!  oppure:  Le olive saranno scarse
quest anno.
 A voi cosa ve ne importa? che campate sulle rane 
gli diceva Lucia.
 Sentite, sorella mia; siamo tutti come le dita della
mano; e come gli embrici, che uno dà acqua all altro. Se
non si raccoglie né grano, né olio, non entrano denari in [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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